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Spesso camminando nei boschi vediamo i licheni e ci sorge una domanda: i licheni sono funghi o sono piante?
In realtà i licheni sono … entrambi.
Perché non sono un unico organismo vivente, ma sono l’associazione simbiotica tra un fungo e un’alga.
Cos’è la simbiosi?
La simbiosi è una stretta relazione biologica e duratura tra due organismi di specie diverse.
Questa relazione può essere vantaggiosa per uno (commensalismo) o entrambi (mutualismo) i partner, oppure può essere addirittura dannosa per uno dei due (parassitismo).
Cosa sono i licheni?
Nel caso del lichene, fungo e alga (organismi non solo di due specie diverse, ma addirittura di due Regni diversi!) sono in simbiosi mutualistica, quindi entrambi ne ottengono un vantaggio:
- Ii fungo fornisce all’alga supporto strutturale e accesso all’acqua e ai minerali
- l’alga fornisce al fungo composti organici (zuccheri) prodotti dalla fotosintesi
Quindi… i licheni non sono protisti?
No, i licheni non sono protisti.
In passato, i licheni erano classificati come piante. Tuttavia, con l’avanzare delle conoscenze in micologia e microbiologia, si è compreso che la loro natura simbiotica li colloca in una categoria a sé stante.
Abbiamo visto che i licheni sono organismi composti da una simbiosi tra due organismi completamente diversi: un fungo e un’alga.
I protisti sono invece organismi eucarioti unicellulari o semplici pluricellulari.
Non hanno quindi la complessità strutturale di un lichene, che non è semplicemente un insieme di cellule, ma un organismo con tessuti e organi specializzati.
Come si riproducono i licheni?
Il modo più comune in cui i licheni si riproducono è mediante la riproduzione vegetativa.
Questa può avvenire in diversi modi:
- Frammentazione
Il corpo del lichene si frammenta in piccoli pezzi, ognuno dei quali costituito da fungo e alga. Questi inizieranno a crescere in modo indipendente. - Isidi
Le isidi sono piccole protuberanze che si formano sulla superficie del corpo del lichene, ciascuna formata sia dal fungo che dall’alga.
Proprio come nella frammentazione, le isidi si staccano e danno vita al nuovo lichene indipendente. La differenza è che in questo caso il corpo del lichene rimane intatto.
Perché i licheni sono detti “organismi pionieri”?
Spesso i licheni sono i primi colonizzatori di ambienti inospitali, avendo caratteristiche uniche e fondamentali a livello ecologico:.
- Resistenza a condizioni estreme: i licheni sono in grado di colonizzare ambienti molto ostili e privi di suolo, come rocce nude, tronchi d’albero spogli o in zone fortemente inquinate
Possono resistere a sbalzi di temperatura, siccità prolungata e radiazioni solari intense - Capacità di fissare l’azoto: alcuni licheni, grazie alla presenza di cianobatteri come partner fotosintetico, sono in grado di fissare l’azoto atmosferico, rendendolo disponibile per altre forme di vita. Questo li rende fondamentali per l’inizio della formazione del suolo
- Produzione di acidi lichenici: i licheni secernono acidi che erodono lentamente le rocce, contribuendo alla loro disgregazione e alla creazione di microfessure dove altre sostanze organiche possono accumularsi, favorendo lo sviluppo di altre forme di vita e del suolo
Perchè i licheni sono bioindicatori?
I licheni sono considerati ottimi indicatori biologici per via della loro alta sensibilità all’inquinamento atmosferico
I licheni sono organismi molto sensibili agli inquinanti atmosferici, che ne possono ostacolare la fotosintesi e di conseguenza la crescita e la riproduzione.
Di conseguenza la presenza / assenza di determinati licheni può fornire informazioni sulla qualità dell’aria in un determinato luogo.
Inoltre i licheni crescono molto lentamente, anche solo pochi millimetri all’anno. Possono vivere per centinaia o addirittura migliaia di anni.
Ciò significa che accumulano gli inquinanti nel tempo, fornendo una registrazione a lungo termine della qualità dell’aria in un’area.
I licheni sono quindi strumenti preziosi per la comprensione della qualità dell’aria e degli effetti dell’inquinamento atmosferico sugli ecosistemi.
Grazie alla loro sensibilità agli inquinanti e alla loro lenta crescita e longevità, forniscono informazioni uniche e preziose sulla salute dell’ambiente in una determinata area.
I licheni sono stati utilizzati ad esempio per monitorare l’impatto ambientale delle centrali elettriche a carbone e di altre industrie che emettono inquinanti atmosferici, o per studiare l’effetto del traffico sulla qualità dell’aria nelle città.
SCRITTO DA BOMBEN
Il nome “lichene” ha origine greca e il suo significato non ha nulla a che fare con
la botanica, infatti significa “lebbroso”.
Il primo a parlare di Licheni fu Teofrasto (III sec.a.C.) nell’opera intitolata “Himente storia Plantarum”. Successivamente fu Dioscoride (I sec. D.C.) a usare il termine
lichene per descrivere le antiestetiche escrescenze provocate dalla malattie cutanee.
Nella storia i licheni, intesi come vegetali, sono sempre stati utilizzati dall’uomo
come piante medicinali e dai portentosi effetti: addirittura alcuni venivano utilizzati
per la panificazione.
Definire un lichene non è cosa semplice, anzi. I licheni sono la perfetta simbiosi
tra un’alga (fotobionte) e un fungo (micobionte); forse costituiscono il più perfetto
esempio di simbiosi tra due esseri viventi presente in natura.
Sono dei fenotipi simbiotici (morfologie) di funghi specializzati nella nutrizione:
acquisiscono il carbonio fissato da alghe verdi o cianobatteri, in una simbiosi forzata.
La collaborazione avviene per la sopravvivenza di entrambi: il fungo assorbe
l’umidità dell’aria e l’alga attiva le sue capacità per sintetizzare il carbonio e la clorofilla
che produce lo zucchero e l’amido necessari a fornire energia attraverso la
fotosintesi.
Sia le alghe sia i funghi sono crittogame, non producono nè fiori nè semi, ecco
perché non sono in grado di riprodursi come le altre piante. In Namibia si trova
una grande varietà di licheni: alcuni disegnano motivi a cerchio di colore arancione,
verde, marrone e nero.
A questi, di forma più compatta, si aggiungono i licheni frondosi, che assumono
l’aspetto di piccole piante e che abbondano nelle zone costiere namibiane. Questi
campi sono ricoperti prevalentemente da Parmelia hypomelaena di color grigio
verdastro e da Xanthomaculina convoluta di colore nero, ma c’è anche una varietà
arancione più rara, il Teloschistes capensis che forma piccoli cespugli alti fino a
10cm.
Durante le ore di sole i campi di licheni ricordano minuscoli cespugli secchi e
avvizziti. Durante le ore crepuscolari, notturne nelle primissime ore del giorno la
nebbia si infittisce e invade le distese nere e grigie. Allora l’umidità aumenta e,
come per magia, i campi si tingono di colori vivaci ed inaspettati come l’azzurro,
l’arancione e il verde chiaro.
Il fungo, che da corpo e appiglio al lichene, riesce a catturare l’umidità e l’alga,
usando le gocce d’acqua, la luce e il biossido di carbonio, sintetizza gli elementi
necessari per la vita.
I licheni crescono molto lentamente e sono incredibilmente fragili: infatti basterà
un elemento estraneo (il passaggio delle ruote delle auto o delle suole delle scarpe)
per distruggerli con tempi di ricrescita di decine d’anni.