Indice dei contenuti
In mezzo a un oceano di stelle, nell’emisfero australe brilla una piccola costellazione che da millenni cattura l’immaginazione di marinai, poeti e sognatori: la Croce del Sud.
Non è gigantesca, come può esserlo la più famosa Orione, anzi, è pure la costellazione più piccola, ma è inconfondibile: la sua forma è quella di una croce, composta da quattro stelle principali, con una quinta che le tiene compagnia ai margini, quasi fosse la loro guardia del corpo.
Le stelle più luminose sono, in rigoroso ordine (nelle costellazioni l’Alpha è la stella più luminosa, e via via si scende di luminosità andando avanti con l’alfabeto greco):
- (α) Alfa Crux, la punta inferiore della croce e una delle stelle più brillanti di tutto il cielo notturno
- (β) Beta Crux di lato
- (γ) Gamma Crux, in alto, la “testa” della croce, una stella rossa
- (δ) Delta Crux, la stella “a destra”, meno luminosa delle altre ma comunque essenziale per la simmetria
Solo chi vive sotto i 25° di latitudine nord può vederla.
Dal momento che l’Italia si trova tra i 35°30′ N (estremo a sud, isola di Lampedusa) e i 47°05′ N (estremo a nord, in provincia di Bolzano), dal nostro Paese non potremo mai vedere la Croce del Sud.
Considerate che i 25° N toccano l’Egitto, quindi la Croce è visibile praticamente in tutta l’Africa, mentre se guardiamo le Americhe dal Messico in giù, e come riferimento per l’Asia possiamo dire che attraversano il centro dell’India.
Un faro per viaggiatori
Così come “noi” dell’emisfero boreale utilizziamo la Stella Polare per trovare il nord, la Croce del Sud viene usata dai popoli del sud del mondo per orientarsi e trovare il polo sud. Una bussola naturale quando, prima del GPS, la navigazione era letteralmente una questione di vita o di naufragio.
Se faticate a vederci un centauro non vi preoccupate, è tutto normale: praticamente in nessuna costellazione è facile vedere quello che rappresentano, salve qualche rara eccezione.
Per venire incontro alla vostra scarsa fantasia, ecco un’immagine che chiaramente vi mostra come ci sia un centauro in mezzo a quelle stelle (e come non vederlo??).
Ma veniamo al dunque: come si ricava il Polo Sud?
Abbiamo due modi, uno semplice ma leggermente più impreciso, e uno un po’ più articolato.
Metodo semplice: la retta del 4½
Prendiamo la retta che unisce Gamma con Alfa (la “parte lunga” in poche parole) e la prolunghiamo per altre 4 volte e mezza.
Il punto che abbiamo trovato è detto “Polo Sud Celeste”, ma se lo proiettiamo all’orizzonte troviamo il Polo Sud Terrestre.
Trovo però che farlo a occhio nudo senza strumentazione sia parecchio complicato, e impreciso.
Preferisco quindi il secondo metodo…
Metodo con α e β Centauri
Per avere il Sud in modo più semplice e preciso, dobbiamo chiedere l’aiuto di altre due stelle, chiamate i “Puntatori”: Alfa e Beta Centauri.
Sono molto facili da riconoscere, formando una coppia di stelle molto luminose vicino alla Croce (Alfa è rossa, mentre Beta azzurra).
Prolunghiamo come nel primo metodo Alfa e Gamma Crux, prolunghiamo la linea che passa in mezzo a Alfa e Beta Centauri, et voilà: il punto di intersezione è il Polo Sud Celeste.
Proiettiamo all’orizzonte e abbiamo il Polo Sud Terrestre.
C’è una minima differenza tra i Sud ricavati con i due metodi: nell’immagine qui sotto ho lasciato in azzurro il Sud del metodo precedente per fare un raffronto.
Coinvolgendo anche i puntatori del Centauro rende tutto molto più facile e soprattutto usando le due braccia possiamo ottenere le due linee anche senza strumentazione.
Come vi può testimoniare il gruppo di Agosto 2024: in questa foto gli sto facendo trovare il sud, sono bellissimi 😂
Miti e leggende dai popoli del mondo sulla Croce del Sud
Popoli aborigeni (Australia) – L’opossum che scappa dalla caccia
Gli aborigeni australiani hanno diverse storie legate alla Croce del Sud.
Secondo la leggenda dei Boorong, un popolo aborigeno originario del nord-ovest del Victoria in Australia, la Croce del Sud è il luogo dove Bunya, un opossum, si è nascosto scappando da Tchingal, un gigantesco emù.
Le 4 stelle principali della Croce del Sud rappresentano il corpo di Bunya, mentre la nebulosa Coalsack, una macchia oscura vicina alla Croce del Sud, è il terrificante Tchingal che continua a inseguirlo anche nel cielo.
Secondo un’altra versione, Bunya si è rifugiato su un albero, rappresentato dalle stelle vicine che fanno parte della costellazione del Centauro.
Indigeni della Patagonia (Cile e Argentina) – Il ponte con gli antenati
Per i Mapuche, indigeni della Patagonia e delle Ande centrali che ad oggi contano quasi 2 milioni di persone, la Croce del Sud è un ponte tra il mondo dei vivi e quello degli spiriti ancestrali.
Questo ponte celeste mantiene così la connessione con gli antenati e le stelle di questa piccola costellazione aiutano spiritualmente gli indigeni a ricordarsi di vivere in armonia con la natura.
Popoli polinesiani (Oceano Pacifico) – Il semidio Māui
Le popolazioni polinesiane erano esperti navigatori, dovendosi spostare per lunghe distanze tra le isole dell’Oceano Pacifico.
Per loro la Croce del Sud era un’importante guida per orientarsi in mare.
Non stupisce quindi che la Croce sia al centro di numerose leggende.
Grazie a “Oceania” abbiamo conosciuto Māui, semidio figura centrale nella mitologia polinesiana. È un po’ il nostro Ercole, eroe di mille avventure.
A Māui si attribuisce la creazione delle isole del Pacifico, che pescò dal fondo dell’oceano utilizzando un amo magico.
Nelle Hawaii e in altre tradizioni, si racconta che rallentò il Sole catturandolo con una corda magica, permettendo ai giorni di essere più lunghi per permettere agli uomini di completare i loro lavori.
E come il “nostro” Prometeo, rubò il fuoco agli dei per renderlo disponibile sulla terra.
Māui è spesso associato alla navigazione e alle stelle, avendo insegnato agli uomini come orientarsi utilizzando le costellazioni. E secondo alcune leggende, proprio la Croce del Sud è il rifugio celeste del semidio, in modo da poter sempre aiutare e indirizzare i marinai dalla costellazione più importante per la navigazione.
Zulu e Xhosa (Sudafrica) – Un luogo sicuro
Nella cultura tradizionale Zulu e Xhosa, la Croce del Sud (chiamata “Nkonjane”) è vista come un nido di uccelli, per simboleggiare una casa e un luogo sicuro, in onore della costellazione più importante del firmamento australe.
Incas (Ande, Sud America)
Gli Incas vedevano la Croce del Sud come parte della loro cosmologia legata alla Pachamama, la madre terra.
La Chakana, conosciuta anche come la Croce Andina, è un simbolo molto importante nella cultura Inca e in tutta la cosmologia andina. La Chakana è il collegamento tra il mondo materiale (il Kay Pacha, il mondo terreno degli esseri umani), quello spirituale (Hanan Pacha, il mondo superiore degli spiriti e degli dèi) e il regno dei morti (Uku Pacha).
Rappresentata anche come una scala sacra, la Chakana è associata alla Croce del Sud: essendo una costellazione fondamentale per la navigazione e l’orientamento, la Croce viene vista come una guida celeste e come una connessione tra l’uomo e il divino.