La iena maculata (Crocuta crocuta, o Spotted hyaena in inglese) ha la triste fama di essere brutta e di ridere sempre.
Ah, e di essere un canide.
No, non è un canide anche se il muso allungato e il tartufone possono farla sembrare cugina lontana di un rottweiler.
No, non ride sempre.
E no, ribadisco no, non è brutta.
È un’affascinante macchina da guerra.
E ora vi spiego perché.
La iena in breve

80 kg Femmine
60 kg Maschi

90 cm
al garrese

15 anni

Fortemente territoriale

Clan
matriarcale
Carnivora
Etimologia del nome
“Iena” deriva dal latino hyaena, che a sua volta deriva dal greco antico ὕαινα (hýaina), cioè… la femmina del porco selvatico.
Probabilmente le avevano dato questo nome per l’aspetto tozzo, il muso da canide schiacciato e il comportamento opportunista.
“Maculata” invece perché è facilmente riconoscibile grazie alle sue caratteristiche macchie nere irregolari.
A proposito, tra le 4 specie della famiglia degli Hyaenidae, la nostra Iena maculata è l’unica effettivamente ad avere macchie:
- Iena maculata (Crocuta crocuta)
- Iena striata (Hyaena hyaena)
- Iena bruna (Parahyaena brunnea)
- Protele (Proteles cristata)
Dieta e alimentazione della iena maculata
Spesso si definisce la iena come un animale “spazzino”, cioè che semplicemente va a rubare le carcasse oppure le finisce dopo che son state lasciate dagli altri predatori.
Niente di più falso.
La iena maculata è in realtà un carnivoro opportunista dall’alimentazione estremamente flessibile, spazzina ma anche un’efficace predatrice di grandi erbivori.
Cosa significa che un animale è "opportunista"?
Quando diciamo che un animale è opportunista, non parliamo di un giudizio morale (tipo “furbo” o “egoista”), ma di una strategia ecologica.
Essere opportunisti aumenta le probabilità di sopravvivenza, soprattutto in ambienti molto variabili come la savana africana, dove le risorse cambiano con le stagioni.
Un animale opportunista:
- adatta la propria dieta o comportamento a seconda delle risorse disponibili
- non è selettivo: si nutre o si comporta in modo flessibile per sopravvivere anche quando il cibo scarseggia o le condizioni cambiano
- sfrutta tutte le occasioni: caccia prede vive, consuma carcasse, ruba cibo ad altri predatori, mangia anche risorse insolite se necessario
Beh, diciamo che sono tutte cose che non rientrano nella filosofia di vita del Panda, animale selettivo e specialista che campa praticamente solo di bambù.
Ora che abbiamo scoperto che anche le iene cacciano, e che sono opportuniste, cosa c’è nel menu?
- prede vive, catturate grazie a caccia cooperativa organizzata in clan (soprattutto gnu, zebre, antilopi)
- carcasse lasciate da altri predatori appositamente seguiti dalla iena oppure trovate durante gli spostamenti
Ma la cosa particolare è che le iene sono dei tritatutto: consumano quasi ogni parte della preda, comprese ossa, cartilagini, pelle e tendini.
Ma come fa a rompere e digerire anche le ossa?
Sistema digestivo
Il sistema digestivo della iena maculata è altamente specializzato: lo stomaco è estremamente acido (pH < 1, contro i 2-3 dello stomaco umano durante la digestione) ed è capace di sciogliere rapidamente ossa, tendini e pelle.
Inoltre la secrezione continua di enzimi digestivi potenti accelera la decomposizione delle proteine e la liberazione di nutrienti minerali, come il calcio dal midollo osseo.
Grazie a questa digestione fenomenale, la iena è in grado di assimilare una grandissima percentuale di quanto ingerisce.
E ingerisce quasi tutto.
Cosa significa?
Poca cacca.
Al di là di questo, significa che la iena lascia meno scarti, che potrebbero attirare altri predatori, e che è meno vulnerabile durante la digestione.
Perché la iena è meno vulnerabile durante la digestione?
Le iene mangiano (quasi) tutto.
Quando una iena si nutre, consuma anche ossa, pelle, tendini, zoccoli, cioè parti che altri predatori lascerebbero sul posto.
Questo significa che non resta molto da finire di mangiare dopo un pasto.
E nessun avanzo significa meno attrazione per altri carnivori o spazzini.
Ma il vero punto è il tempo.
Dopo aver mangiato, molti animali restano vicino al luogo del pasto per digerire.
Più lunga è la digestione, più a lungo restano vulnerabili ad altri carnivori o spazzini che arrivano per rubare gli avanzi.
Le iene invece assimilano rapidamente (grazie allo stomaco super acido e all’intestino corto), quindi non hanno bisogno di restare lì per ore.
Così si riduce il rischio di essere attaccate o comunque disturbate durante una fase in cui sarebbero meno reattive perché stanche e piene.
In parole povere: più digerisci in fretta, meno tempo resti ferma, piena come un tacchino, pronta a essere disturbata o predata.
Una perfetta macchina tritatutto
La iena maculata ha sviluppato un insieme di adattamenti anatomici estremamente specializzati che le permettono di nutrirsi di materiali che la maggior parte dei carnivori non riesce nemmeno a intaccare, come ossa, zoccoli e cartilagini dure.
Ma vi immaginate di masticare e triturare un osso? un corno? UNO ZOCCOLO?
Dentatura iper-specializzata
I premolari sono massicci, corti, perfetti per rompere e schiacciare le ossa.
I molari posteriori non servono tanto a triturare la carne, quanto a comprimere e polverizzare il tessuto osseo.
Gli incisivi sono piccoli ma robusti, utili per strappare tessuti duri come pelle coriacea o tendini.
Una singola chiusura mandibolare di una iena può già fratturare femori o corna di grandi ungulati!


Muscoli del collo e delle spalle
La nostra amica dentona ha anche un fisico da wrestler.
Perché non bastano solo i denti, per distruggere. Servono anche i muscoli.
I muscoli del collo sono particolarmente potenti: permettono movimenti rapidi e violenti della testa verso l’alto e lateralmente.
Questa forza unita alla mobilità permette di strappare i pezzi di carcassa, trascinare prede pesanti e sostenere la resistenza delle ossa dure.
Le spalle anteriori, più alte e muscolose rispetto al posteriore, aiutano a sostenere e dirigere questi movimenti con maggiore forza.
Ecco perché cammina che sembra se la sia fatta addosso.
Ha solo le spalle enormi e il culetto stretto.
Più la descrivo e più me la immagino tipo Hulk Hogan.


Cranio ultra-robusto
E per sostenere questi possenti muscoli del collo, vuoi non avere anche un super cranio?
Il cranio della iena è compatto, spesso e densamente mineralizzato, progettato per sopportare enormi forze meccaniche senza deformarsi.
La cresta sagittale, molto sviluppata, fornisce una grande superficie di ancoraggio per i muscoli temporali (per capirci, quelli che chiudono le mascelle).
Il super morso della iena
Adesso per darmi un tono scientifico piazzo un dato del tutto incomprensibile.
La forza del morso della iena è di circa 1.100 psi.
Innanzitutto che sono i psi: pound per square inch, libbre per pollice quadrato.
E visto che questo continua a non dirci assolutamente nulla, facciamo due paragoni:
- forza del morso dell’essere umano: 150 psi (ma se è Hulk Hogan)
- di un rottweiler: 300 psi
- di un leone: 1.000 psi
- di una iena: 1.100 psi
E se pensiamo che un leone maschio può pesare anche 250 chili, mentre la iena non supera gli 80… questo dato è ancora più sorprendente.
E per capire cosa significa mordere un osso… immaginate che la densità e resistenza del femore di un’antilope sono più o meno equivalenti a quelli di una mazza da baseball.
Quindi, mentre noi riusciremmo forse a malapena a tenere in bocca una mazza da baseball senza farla cadere, la iena con uno o due morsi la frantumerebbe.
Ma poi mi chiedo: che avranno mai di così buono le ossa?
In realtà a parte l’apporto di calcio, niente di particolare: quello che interessa è soprattutto accedere al midollo osseo, ricchissimo di grassi e nutrienti.
Come distinguere i maschi dalle femmine?
Distinguere un maschio da una femmina è un bel casino.
A occhio nudo sono praticamente uguali.
Perché… perché… anche le femmine hanno il pirillo.
Esatto, avete capito bene.
Tanto che agli inizi i ricercatori, non trovando femmine, pensavano che le iene fossero ermafrodite.
Ma vediamo meglio la questione.
La femmina possiede un clitoride ipertrofico detto pseudopene (lungo fino a 17-18 cm), attraverso il quale fa pipì, si accoppia e partorisce.
Eh sì, perché le iene, caso unico tra i mammiferi, fanno tutto da lì.
Non esiste vagina esterna: tutto il sistema genitale femminile converge nel clitoride.
Quindi anche il parto avviene da lì: il cucciolo deve attraversare l’intero pseudopene. Questo comporta, oltre a dover affrontare un percorso molto più lungo e stretto rispetto a quello dei mammiferi normali, una grande difficoltà durante l’espulsione.
Il primo parto è quindi estremamente rischioso:
- circa il 10-20% delle madri muore a causa di lacerazioni interne
- circa il 60% dei cuccioli muore durante il primo tentativo di nascita, spesso per soffocamento o traumi durante il passaggio
Il mito della iena ermafrodita
Abbiamo visto che la femmina della iena maculata ha un apparato genitale esterno molto simile a quello maschile.
Tanto che sino agli inizi del ‘900, non vedendo apparati femminili, e in più osservando partorire dal “pene”, gli esploratori e addirittura i primi ricercatori pensavano che… le iene fossero ermafrodite.
Cioè che possedessero sia organi riproduttivi maschili (testicoli) sia femminili (ovaie).
Solo alla fine dell’800 alcuni anatomisti iniziarono a dissezionare le iene maculate. Fino a quando alcuni studi dimostrarono la divisione effettiva tra maschi e femmine, dotate dei canonici organi interni come ovaie e utero.
Si scoprì quindi l’esistenza di questo pseudopene in cui apparato urinale e riproduttivo eccezionalmente convergono.
Il primo grande studio scientifico che ha descritto correttamente l’anatomia genitale della iena maculata (e ha smontato definitivamente l’idea dell’ermafroditismo) è stato realizzato dallo zoologo britannico Reginald Innes Pocock.
Direttore del Dipartimento di Zoologia del British Museum a Londra, intorno al 1909 pubblicò diversi studi scientifici dettagliati sui carnivori africani, tra cui la caratterizzazione del clitoride ipertrofico delle femmine di Crocuta crocuta.
Nei decenni successivi (anni ’60–’70), studi endocrinologici confermarono che l’eccesso di androgeni prenatali era il responsabile di questa anatomia insolita.
Struttura sociale della iena
La Crocuta crocuta è tra i carnivori sociali più evoluti: vive in clan complessi regolati da una rigida gerarchia di dominanza, basata principalmente sul sesso e la parentela.
La società delle iene maculate è matriarcale e le femmine sono dominanti su tutti i maschi: Anche il maschio più alto in rango è comunque subordinato alla femmina più giovane del clan.
La femmina alfa guida il clan e ha il pieno controllo sulle risorse del gruppo:
- è la prima a mangiare
- decide le interazioni sociali
- guida nelle dispute territoriali
Le sue figlie erediteranno, in ordine, la posizione sociale più alta.
Quindi, in caso di successione, la nuova matriarca del clan in genere è la figlia maggiore dell’alfa precedente, oppure un’altra femmina di alta gerarchia se la linea di successione è interrotta (per esempio, se la primogenita muore).
Il rango non si guadagna quindi combattendo, come in molti dei carnivori sociali, ma viene trasmesso per nascita.
La femmina alfa ha anche la priorità assoluta nella riproduzione, essendo la prima ad avere accesso ai maschi. Seguiranno in linea gerarchica le altre femmine.
La matriarca ha anche un’altra importante, fondamentale priorità: il cibo.
Non importa chi abbia cacciato o trovato la preda: per mangiare si segue sempre la gerarchia.
Le femmine dominanti (soprattutto la femmina alfa e le sue figlie) mangiano per prime. A seguire, mangiano le altre femmine adulte in ordine di rango, poi i cuccioli delle femmine di alto rango. I maschi devono aspettare che i più alti in gerarchia abbiano finito o concesso spazio.
Il ruolo marginale dei maschi
Come abbiamo detto, tutti i maschi sono subordinati alle femmine, anche all’ultima della scala sociale.
La vita del maschio di iena non è poi molto felice: dipende in tutto e per tutto dalle decisioni delle femmine.
Non è un granché nella caccia, per cui ha un ruolo marginale e ha accesso al cibo pure per ultimo.
Non difende il territorio.
Non comanda.
Non prende mezza decisione.
Praticamente serve solo per l’accoppiamento.
Intorno ai 2-3 anni di età i cuccioli maschi vengono scacciati dal clan di origine.
Questo comportamento è estremamente comune tra gli animali sociali, perché evita l’inbreeding (cioè l’accoppiamento tra consanguinei) e favorisce la variabilità genetica della popolazione.
Il maschio verrà accettato in un nuovo clan e guadagnerà posizione nella scala sociale dimostrando completa sottomissione alle femmine.
Insomma, la vita del maschio di iena è basata sulla santa pazienza: vengono preferiti quelli che non dimostrano aggressività ma che invece dimostrano pazienza e sottomissione.
E quando arriva il momento dell’accoppiamento, manco questo è così facile.
Il corteggiamento è lungo e delicato: il maschio si deve avvicinare lentamente dimostrando sottomissione con una postura abbassata. Ma non solo: non contenta, la femmina in uno slancio di puro sadismo può pure approcciarsi in modo aggressivo, e il maschio non deve reagire.
Un approccio sbagliato (troppo veloce o invadente) può far scattare una reazione aggressiva da parte della femmina, che può ferire gravemente il maschio.
Insomma, per il povero maschio manco il fiki-fiki è facile.

L’accesso al cibo
Come abbiamo visto, l’accesso al cibo è regolato dalla scala gerarchica: non importa chi abbia trovato o cacciato la preda, mangeranno sempre per prime la matriarca e le femmine di alto rango, e per ultimi i maschi.
Gli individui di rango inferiore possono cercare di rubare bocconi approfittando di disattenzioni o spazi aperti, ma senza sfidare apertamente i più forti.
Se un individuo inferiore prova a insistere, può essere aggredito fisicamente con morsi, rincorse e intimidazioni, rischiando ferite o addirittura l’esclusione dal pasto.
Ma ricordiamoci che l’accesso alla riproduzione, per i maschi, è basato soprattutto sulla sottomissione, quindi non conviene essere arroganti a tavola.
Nella iena maculata, la divisione del cibo è quindi dominata dalla gerarchia sociale. Le femmine alte in rango mangiano per prime, mentre i maschi e le femmine subordinate attendono il loro turno o tentano piccoli furti rischiosi. I conflitti esistono, ma sono modulati dall’intelligenza sociale e dal rispetto delle posizioni acquisite.
E i cuccioli?
Ovviamente non partecipano alla caccia o alla ricerca del cibo, ma rimangono nella tana.
Verso i 5–6 mesi di vita cominciano lo svezzamento: la carne viene portata alla tana da femmine adulte oppure i cuccioli vengono accompagnati alla carcassa, solo quando sono abbastanza forti per difendersi.
Anche i cuccioli sono regolati dalla gerarchia: i figli della matriarca e delle femmine più alte di rango mangiano per primi.
Questo significa che a volte i cuccioli di basso rango rischiano di ricevere molto meno cibo o devono rubare bocconi quando possibile.

Come comunicano le iene?
La Crocuta crocuta ha un sistema complesso di comunicazione, che combina:
- Vocalizzazioni
- Segnali corporei
- Segnali olfattivi
Vocalizzazioni
Grazie al Re Leone è diventata famosa la risata della iena.
Ma la iena davvero ride sempre?
Questa complessità è strettamente legata alla vita sociale avanzata che caratterizza la specie.
E sì, la iena è vero che ride, ma non solo: ha almeno 10–15 tipi diversi di vocalizzi principali.
Tra i principali troviamo:
- Giggle (risata) per indicare sottomissione (quindi più tipica dei maschi) o eccitazione sociale
- Whoop (ululato modulato) per richiamare il clan da lunga distanza, tipico sentirlo la sera
- Grunt (grugnito) per coordinare movimenti o indicare tensione
- Groan (gemito) come saluto e segnalazione di familiarità
- Low growl (ringhio basso) come minaccia a distanza ravvicinata
- Yelp (guaito) per dolore o sorpresa improvvisa
- Cackle (schiamazzo) durante le lotte per il cibo
Ululato
Perché le iene ridono?
Ovviamente la risata della iena non è una risata di gioia, né si raccontano le barzellette.
La risata, tecnicamente conosciuta come Giggle, è un verso che si manifesta principalmente in due situazioni:
- Tensione sociale o ansia: per esempio durante una lotta per il cibo o una disputa gerarchica
- Sottomissione: un individuo di rango inferiore "ride" per segnalare di non voler essere aggredito
Quindi in pratica le iene ridono quando sono nervose, sotto stress o stanno chiedendo “pietà” e accettazione.
Purtroppo la credenza che le iene siano solo in grado di ridere ci è stata trasmessa da diversi cartoni animati, in cui vediamo sempre e comunque questi meravigliosi animali ridotti a ridere come degli scemi.
La iena allo zoo in Lilly e il Vagabondo
Le iene del Re Leone
Ma le iene usano anche una comunicazione non vocale estremamente sofisticata:
Postura corporea
Molto comunicativa è la posizione della coda, delle orecchie e della testa.
Ad esempio la coda alta comunica sicurezza, mentre la coda bassa e le orecchie piegate all’indietro indicano sottomissione.
Anche il contatto fisico è molto importante.
Leccate, sfregamenti testa-testa e sniffamenti sono usati per riconoscersi e rafforzare i legami sociali.
Segnali olfattivi
Per le iene l’olfatto è fondamentale quasi quanto la vista o l’udito.
Le femmine marcano il territorio con secrezioni odorose delle ghiandole anali.
Tramite l’organo vomeronasale (detto anche organo di Jacobson) sono in grado di raccogliere informazioni olfattive (più che altro feromoni) su identità, stato riproduttivo e addirittura rango sociale.
Ma non fanno la classica smorfia del flehmen, cioè non arricciano il labbro superiore per aiutare l’aria a raggiungere più facilmente l’organo: a loro bastano potenti sniffate per captare già i segnali odorosi.