L’antilope Impala: il saltatore della savana africana

Antilope impala

50 kg Femmine
70 kg Maschi

Gruppi di femmine
Bachelors group

Territoriale

Erbivoro
Browser – Grazer

Dimorfismo sessuale

L’impala presenta un chiaro dimorfismo sessuale che rende facilmente riconoscibile il maschio dalla femmina durante i nostri safari.

Ok, i maschi sono più grandi delle femmine, ma è molto più semplice: i maschi hanno le corna, dalla caratteristica forma a lira, le femmine no.
Fine.

Antilope impala - maschio
Nyala maschio
Antilope impala - femmina
Nyala femmina

Quelle macchie nere che si vedono soprattutto sulla parte posteriore delle zampe sono ghiandole odorifere specializzate, chiamate metatarsal glands (ghiandole metatarsali).

A cosa servono?

Lotta territoriale impala
Lotta territoriale tra due impala; si vedono bene le ghiandole nell'esemplare di destra

Dieta

L’Impala è estremamente adattabile:

  • generalmente è un browser, cioè mangia foglie, germogli, frutti, semi
  • durante la stagione delle piogge diventa un grazer, cioè bruca erba fresca

Questa flessibilità alimentare lo rende una delle antilopi più diffuse nell’Africa sub-sahariana.

Quindi diciamo che la sua dieta estremamente varia e opportunista fa sì che l’Impala sia nella dieta di numerosissimi carnivori.
Fossi in lui, cambierei nutrizionista.

Gli Impala sono saltatori eccezionali: possono saltare fino a 3 metri di altezza e coprire 10 metri in lunghezza in un unico balzo.
Questo serve sia per sfuggire ai predatori sia per superare ostacoli naturali come cespugli e arbusti.

Gli Impala sono noti per le loro fughe saltellate.

In più praticano quello che viene definito lo “stotting“.
Lo stotting è principalmente un comportamento anti-predatorio: quando sono sotto stress per potenziali minacce, o durante un attacco, li vediamo saltare verticalmente con le zampe rigide, la schiena arcuata e spesso sollevano anche la coda mostrando la macchia bianca.

Ma perché hanno questo buffo comportamento?

Praticamente stanno facendo una dimostrazione di quanto sono in forma.
È come se stessero dicendo ai predatori (se durante un attacco) o potenziali predatori (se si sentono minacciati) “Guarda come sono atletico. Se decidi di inseguire me, sprecherai energie”.

Un’altra funzione è quella di confondere il predatore, saltando in alto e cambiando traiettoria non appena toccano terra.

Stotting impala

Chi è stato in Namibia sicuramente si ricorderà degli Springbok, che, così come gli Impala lo sono per il Sudafrica, sono le antilopi più comuni della Namibia.

Anche gli Springbok, come gli Impala, hanno questa caratteristica dimostrazione di fitness, chiamata “pronking“.

Ma stotting e pronking sono la stessa cosa?
A prima vista sì (se vogliamo semplificare, le antilopi saltano in alto), ma non è esattamente così.

Impala Springbok
Nome
Stotting
Pronking
Movimento
Salto verticale “aperto”
Salto verticale “chiuso”
Funzione
Anti-predatoria
Anti-predatoria e Sociale
Quando
Soprattutto sotto attacco e durante la fuga
Può avvenire anche spontaneamente (senza predatore presente)
Stotting dell'Impala
Pronking dello Springbok

Habitat

L’Impala predilige habitat con un po’ di copertura vegetativa, ma con anche zone aperte, come boscaglie rade, savane alberate e zone con acque permanenti.

Non frequenta né il deserto né le praterie aperte prive di copertura.

Si trova tipicamente nei pressi di fonti d’acqua, essendo fortemente dipendente dall’acqua per la sopravvivenza.

E’ quello che viene definito “follow me signal”.

Abbiamo detto che l’Impala vive in ambienti misti (boscaglia e zone aperte) dove la vegetazione può essere abbastanza fitta.
Qui mantenere il contatto visivo all’interno del branco è fondamentale per:

  • restare uniti
  • coordinare i movimenti durante la fuga dai predatori

C’è bisogno di un qualcosa che aiuti, in modo silenzioso, i vari membri del gruppo a vedere dove sono gli altri.
La “M” bianco-nera agisce come marker visivo, o appunto “follow me signal“: facilmente riconoscibile anche a distanza o tra l’erba alta, permette agli individui di seguire rapidamente i compagni, o i cuccioli la madre.

Esiste una sottospecie chiamata Black-faced Impala, scientificamente Aepyceros melampus petersi, che si trova soprattutto in Namibia (parco Etosha) e in Angola.

È più grande e leggermente più scuro dell’Impala comune, ma soprattutto ha una distintiva macchia nera lungo il naso.

È più raro e considerato vulnerabile, a causa della limitata distribuzione geografica.

Muso dell'impala
Muso dell'impala
Muso dell'impala nero

Struttura sociale

La società degli impala è complessa e dinamica.

I branchi di femmine (con i piccoli) possono essere molto numerosi, arrivando anche a 50 individui.

I maschi si riuniscono in gruppi (chiamati “bachelor’s groups“), ma durante la stagione riproduttiva (aprile – maggio) alcuni maschi adulti cambiano comportamento.

Stabiliscono e difendono un territorio, in modo strategico: se vicino a fonti d’acqua e buon cibo, il territorio è migliore, perché l’obiettivo è intercettare le femmine che ci passano.

Ok le femmine sono entrate nel territorio, e cosa succede?
Succede che
il maschio fa di tutto per trattenerle e non farle più uscire.

Cerca di trattenerle fisicamente all’interno dei suoi confini.
Se queste non sono convinte le insegue, le blocca.
Vocalizza (emettendo suoni bassi e rauchi) per scoraggiarle dall’uscire.

Insomma, i maschi possono diventare dei gran rompicoglioni.

Ma le femmine hanno comunque dei momenti buoni per svignarsela.

Possono allontanarsi se il maschio è debole (magari è un giovane alle prime armi) o impegnato a controllare troppe femmine nel territorio.
E se il maschio è disturbato da altri sfidanti, è facile alla distrazione e può perdere alcune femmine.

1. Prima fase: intimidazione e posture

Prima di combattere, i maschi cercano di evitare il conflitto fisico diretto, perché ogni ferita può essere pericolosa in natura.
L’obiettivo è impressionare e spaventare l’altro maschio senza dover arrivare al combattimento.

Si esibiscono entrambi in una parata di postura:

  • gonfiano il corpo
  • sollevano la testa e mostrano il profilo laterale
  • emettono di vocalizzazioni profonde (praticamente ruttano)
  • marciano lentamente davanti al rivale
Descrivendolo, mi immagino una guardia di Sua Maestà la Regina (ah, no, il Re) che cammina tutto ganzo.
E rutta.
 

2. Se nessuno si ritira: il combattimento fisico

Se nessuno dei due cede, si passa allo scontro vero e proprio:

 

  • abbassano la testa e si incrociano le corna
  • si spingono l’uno contro l’altro con grande forza

Le corna a forma di lira degli impala (no, non la nostra vecchia moneta, ignorante, la lira era uno strumento musicale a corde) sono progettate per assorbire l’urto e limitare i danni, proprio per evitare che le lotte siano letali.

 3. Finalmente la dominanza

Alla fine il maschio più forte, quello che ha resistito di più nelle spinte, ottiene il diritto di possedere il territorio e quindi tentare di trattenere le femmine che ci passano.
Il maschio sconfitto si ritira spontaneamente, senza bisogno di essere inseguito o gravemente ferito.

 

Accoppiamento e corteggiamento

La stagione degli amori di solito coincide con la fine della stagione delle piogge (aprile – maggio).

Per questo periodo i maschi hanno già stabilito i loro territori tramite parate e lotte per la dominanza, e sono pronti ad accogliere le femmine nel loro regno.

Quando appunto arriva una femmina ricettiva, il nostro Casanova la cerca di impressionare con un corteggiamento che prevede:

  • l’emissione di sensualissime vocalizzazioni che sono un misto tra un latrato e un rutto
  • il sexy show in cui vengono mostrate le chiappe e la M bianconera
  • e poi gli inseguimenti rituali della femmina

Cura dei piccoli

La strategia adottata dagli Impala per massimizzare la sopravvivenza dei piccoli, è quella di sfornarli tutti assieme.
Le femmine partoriscono infatti entro un breve periodo (di solito novembre – dicembre).
Così la savana di punto in bianco si riempie di tante piccole e facili prede. In questo modo i predatori vengono sovraccaricati: c’è molto più cibo di quanta ne sia la necessità.
In questo modo aumentano le probabilità di sopravvivenza per tanti piccoli.

Come succede in tantissime specie di ungulati, alla nascita il piccolo viene lasciato nell’erba alta o comunque ben nascosto dalla vegetazione. La madre torna più volte al giorno per l’allattamento, ma è fondamentale che il piccolo stia in silenzio e immobile, per non farsi trovare dai predatori.

Quando sarà pronto a seguire la madre e a correre, potrà unirsi al branco delle femmine.

Il padre non partecipa alle cure del piccolo.