La leggenda della Luna, della Zecca e della Lepre
Popolazione: Nama (Namibia)
Tanto tempo fa, quando il mondo era giovane e gli uomini ascoltavano i messaggi delle stelle, Luna decise di inviare un messaggio speciale agli uomini: “Così come io muoio e rinasco, anche voi morirete e rinascerete“.
Era un dono di speranza, voleva che gli uomini sapessero che la morte non è la fine, ma un nuovo inizio.
Scelse Zecca come messaggera, una creatura piccola e apparentemente insignificante.
Luna pensava che Zecca, con la sua abitudine di farsi trasportare, avrebbe trovato presto una capra che la portasse rapidamente al villaggio degli uomini.
Così Luna sussurrò il messaggio a Zecca e la inviò sulla terra.
Ma Zecca, oltre ad essere pigra, non ci vedeva bene.
E così si nascose su un ciuffo d’erba, aspettando che una capra passasse per darle un passaggio.
E intanto recitava tra sé e sé il messaggio di Luna per non dimenticarlo.
Quando la mattina finalmente le si affiancò una zampa, si attaccò per essere trasportata.
Ma aveva sbagliato! Non erano peli, non era una capra, bensì una grandula con tante piume e penne. E quando l’uccello si alzò in volo, Zecca si ritrovò scaraventata lontano, sempre più lontana dal villaggio.
Luna, quella notte, guardò verso il villaggio sperando di vedere danze e gioia per il suo messaggio di conforto, ma trovò solo falò fiochi e lamenti.
“Zecca non è ancora arrivata” pensò con disappunto.
E dall’alto notò che in una capanna vi era più dolore e tristezza che nelle altre: un uomo era gravemente malato.
Il giorno seguente, Zecca si aggrappò a una gazzella.
Ma la gazzella, con i suoi salti, la portò ancora più lontano.
Luna, quella notte, vide i falò ormai spenti e udì solo il lamento della gente: l’uomo stava morendo, e il messaggio non era ancora giunto.
Al terzo giorno, Zecca incontrò la Lepre, che rosicchiava le foglie dove si era nascosta per la notte.
“Aiutami” la implorò Zecca, spiegandole tutto.
Lepre si offrì di accompagnare Zecca al villaggio.
Ma la Lepre in realtà era furba e ambiziosa, e in prossimità del villaggio con una bella scrollata del pelo fece cadere Zecca e corse da sola a consegnare il messaggio, per prendersi tutti i meriti ed entrare così nelle grazie della potente Luna.
Ma pensò solo alla gloria e non ripassò mai il messaggio, come invece faceva Zecca.
Giunta al villaggio, stravolta per la gran corsa, riferì confusa il messaggio di Luna: “Così come io muoio e non rinasco, anche voi morirete e non rinascerete“.
Il villaggio cadde nella disperazione. La gente pianse e se ne andò, lasciando il villaggio deserto.
Dal gran dolore, l’uomo in fin di vita morì.
Luna, vedendo il disastro, piena di rabbia scese lei stessa nel villaggio, afferrò dal falò ormai spento un ceppo di legno e colpì Lepre, lasciandole il palato spaccato.
Da quel giorno, la Lepre ha il palato spaccato che le ricorda il suo errore, e il volto di Luna porta ancora i segni di quella notte: macchie scure di cenere.
Questa storia ci ricorda l’importanza delle parole giuste e della dedizione a un compito, per quanto piccolo possa sembrare.
Storia liberamente ispirata a “Il Messaggero” nel libro “Le mie fiabe africane” a cura di Nelson Mandela, Donzelli Editore
Lo sapevi che…
Il palato delle lepri, e in generale dei lagomorfi (quindi anche dei conigli) anatomicamente è diverso dal nostro: presenta una fessura naturale (palato duro diviso) che permette loro di respirare mentre mangiano.