Terminalia sericea – Silver Cluster Leaf

Terminalia sericea
Silver Cluster Leaf

Altezza
10 metri

Tronco

Foglie
argentate, pelose
a gruppi

Fiori
pannocchiette gialle

Frutti
samare rosse
a 2 ali

Descrizione

La Terminalia sericea, nota come Silver Cluster-leaf, è un albero appartenente alla famiglia Combretaceae. 
Generalmente raggiunge 6–10 metri, ma in zone con piovosità elevata (come alcune aree dello Zimbabwe e del Botswana) può arrivare fino a 20 metri !

La chioma è arrotondata e spesso slanciata, con rami sottili che terminano in gruppi densi di foglie.
Infatti il nome Terminalia sta proprio a indicare le foglie che si trovano concentrate alla fine dei rami.
Sericea, invece, deriva dal latino sericeus cioè “setoso”, si riferisce alla peluria argentata che ricopre le foglie.

Tronco e Corteccia

La corteccia è grigia e fessurata, con strati che possono sfaldarsi in modo irregolare.

Foglie

Le foglie sono semplici ed ellittiche, ma la caratteristica è che sono raccolte in gruppi densi all’estremità dei rami (ed ecco qui il nome Terminalia).
Sono ricoperte da una peluria argentea visibile anche da lontano (e qui invece abbiamo sericea, cioè setosa). Il colore argento delle foglie contrasta nettamente con la vegetazione circostante.

Le foglie vengono impiegate in medicina tradizionale: un decotto è usato contro infezioni del cavo orale e disturbi intestinali, mentre le foglie pestate sono applicate su ferite come preventivo contro infezioni.

Fiori

I fiori sono piccoli, di colore giallo pallido, profumati e riuniti in infiorescenze dense. 
Il periodo di fioritura va da settembre a gennaio.

Frutti

Il frutto è un samara con doppia ala, di colore rosso-arancio quando maturo.
La forma alata, tipica delle Combretacee (a 2 o 4 ali) facilita la dispersione anemocora, cioè tramite vento.

Le galle fogliari

La Terminalia sericea sembra che a volte abbia il morbillo sulle foglie.
Quei pallini che si vedono, sono escrescenze anomale che si formano in risposta alla puntura o deposizione di uova da parte di insetti (come afidi).
Queste strutture, che possono apparire tondeggianti, verrucose o a forma di lenticchia, sono il risultato di una modificazione del tessuto vegetale stimolata da ormoni prodotti dall’insetto.

Dal punto di vista ecologico, la relazione tra la pianta e l’insetto è un esempio di parassitismo moderato:

  • l’insetto trae vantaggio perché le galle offrono protezione e nutrimento alle sue larve
  • mentre la pianta subisce un danno contenuto, generalmente non letale, che raramente compromette la sua crescita o la fotosintesi

Siamo quindi borderline con un commensalismo (cioè uno solo dei due soggetti ha un beneficio, in questo caso l’insetto, mentre all’altro non cambia sostanzialmente nulla).

Le galle dei rami

Ma la nostra Terminalia non solo ha il morbillo alle foglie: a volte ha dei bubboni super evidenti sui rami.
Insomma, una schifezza sta povera pianta.

Sulle branche giovani e talvolta anche sui rami principali si sviluppano frequentemente delle galle legnose, dure, tondeggianti o irregolari, spesso di dimensioni anche superiori ai 5–6 cm.
Queste galle sono provocate, nella maggior parte dei casi, da insetti galligeni xilofagi, come piccole vespe, che iniettano sostanze chimiche e depositano uova nei tessuti del legno giovane. La pianta reagisce inglobando l’uovo in una massa di tessuto proliferato e lignificato, che dà origine alla galla.
Le galle possono ospitare una o più camere larvali.

Le galle dei rami persistono per anni, anche dopo che l’insetto ospite ha completato il suo ciclo vitale.
Spesso, dopo l’uscita dell’insetto, diventano rifugio per formiche, aracnidi o parassitoidi secondari.

Dal punto di vista ecologico, anche in questo si tratta di un caso di parassitismo moderato / commensalismo: l’insetto trae nutrimento e protezione, mentre l’albero investe minime e quasi insignificanti risorse nella formazione della galla.
Tuttavia, finché le galle non sono eccessivamente numerose o non si localizzano su rami cruciali, l’impatto sulla salute generale della pianta è minimo.