
Descrizione
La marula è un albero deciduo di medie dimensioni appartenente alla famiglia delle Anacardiacee.. la stessa di mango e pistacchio!!
Può raggiungere i 18 metri di altezza e si distingue per la sua chioma ampia e arrotondata e per la corteccia grigio chiaro, spesso maculata.
È diffusa nelle savane e nei boschi aperti dell’Africa subsahariana, e si adatta bene ai climi caldi e secchi.

Tronco e Corteccia
Il tronco della marula è robusto e diritto, con una corteccia grigia che tende a sfaldarsi in placche, rivelando tessuti interni di colore giallo chiaro.
Il legno, essendo morbido, è apprezzato per la facilità di lavorazione e viene utilizzato per intagliare utensili, ciotole e oggetti artigianali.
La corteccia possiede proprietà medicinali: viene impiegata nella profilassi della malaria, per trattare disturbi gastrointestinali e, se masticata, facilita la digestione.

Foglie
Le foglie della marula sono composte, con foglioline disposte in modo alternato lungo il rachide.
Sono utilizzate nella medicina tradizionale per alleviare indigestioni e bruciori di stomaco. Vengono anche impiegate come condimento o spezia per insaporire i cibi.

Fiori
La marula è una specie dioica, cioè ogni albero ha il suo sesso: ha infatti fiori maschili e femminili su alberi separati.
I fiori maschili sono riuniti in infiorescenze con petali rossastri, mentre quelli femminili sono solitari.
La fioritura avviene prima della comparsa delle foglie, tra settembre e novembre, e i fiori sono impollinati principalmente da insetti.

Frutti
Ma lo so che dopo tutte queste descrizioni botaniche, quello che stavate aspettando della marula sono i frutti.
I frutti sono delle prugnette sferiche, gialle, che maturano tra febbraio e marzo.
Tecnicamente, il nome di questi frutti è “drupe”, cioè un frutto carnoso con:
- buccia sottile (epicarpo)
- polpa carnosa (mesocarpo)
- nocciolo duro all’interno (endocarpo), che racchiude un solo seme
Vi viene in mente qualche frutto con queste caratteristiche? Ebbene sì, ne mangiamo tante, di drupe, anche in Italia:
- ciliege
- prugne
- olive
- albicocche
- mango
Amati sia da umani che da animali, quando maturi, i frutti della marula diventano di colore giallo acceso con una polpa bianca, succosa e fibrosa.
Sono ricchi di vitamina C e possono essere consumati freschi, utilizzati per preparare succhi, marmellate o lasciati fermentare per produrre bevande alcoliche tradizionali.
E come può non venirci in mente il liquore Amarula.
Il nocciolo del frutto contiene semi oleosi, noti come “cibo dei re” per il loro sapore delicato e il contenuto nutrizionale elevato.
Da questi semi si estrae l’olio di marula, utilizzato in cosmetica per le sue proprietà antiossidanti e idratanti.
Ma è vero che gli elefanti si ubriacano con i frutti della marula?
Mi spiace darvi una brutta notizia: non è vero che gli elefanti si ubriacano con i frutti fermentati della marula.
È una fake-news, diventata popolare soprattutto dopo il documentario umoristico “Animals are Beautiful People” (1974), dove si vedevano animali apparentemente alticci dopo aver mangiato i frutti a terra, ormai fermentati e quindi con contenuto alcolico.
Ma quindi gli elefanti?
Agli elefanti piace la marula, certo. Ma non ci si ubriacano.
Per diversi motivi:
- quantità insufficiente di alcool: per far fermentare i frutti a terra fino a raggiungere un contenuto alcolico significativo, servirebbero condizioni particolari (alta umidità, tempo prolungato, fermentazione attiva). Questo accade raramente in natura.
- corpo troppo grande: ogni corpo ha un peso, un metabolismo, che fanno sì che serva una determinata quantità di alcool minima per farci ubriacare.
Il mio mix di peso e metabolismo, ad esempio, fa schifo: reggo a malapena una birra media.
Ma un elefante dovrebbe mangiare centinaia di chili di marule fermentate tutte insieme per assorbire una quantità di etanolo sufficiente a provocare ubriachezza. Il loro metabolismo e la massa corporea (fino a 6.000 kg) rendono impossibile un’intossicazione alcolica in questo modo!! - comportamenti fraintesi: gli elefanti possono sembrare “strani” nei movimenti per altri motivi — euforia alimentare, gioco, o semplicemente perché stanno facendo il pieno di zuccheri.