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Coleottero del deserto
Detto anche Colettero del Namib
In inglese: Racing Stripe Beetle
Nome scientifico: Stenocara gracilipes
Endemico del deserto del Namib, questo tenebrionide è un vero e proprio miracolo di ingegneria di Madre Natura.
Ogni parte del suo corpo è progettata per sopravvivere in questo difficile ambiente.
Non vola
Gli insetti hanno generalmente due paia di ali.
In alcuni, soprattutto i coleotteri, le due ali posteriori si chiamano elitre e sono “sclerificate”, cioè costituite da una sostanza che le rende rigide, quindi inadatte al volo.
La funzionalità di queste ali è quella di proteggere l’altro paio, quello che serve per volare.
Un esempio di elitre sono i due “cucchiai” rossi a pallini neri delle coccinelle, che quando volano aprono per tirar fuori le ali vere e proprie.
Essendo un coleottero, questo nostro tenebrionide del deserto ha sì le elitre, ma non servono più a coprire le ali, in quanto non vola.
Volare è infatti un grande dispendio di energia, e per avere energia bisogna mangiare.
Cosa che non è poi così scontata in un ambiente come il deserto.
Ogni attività che richiede energia deve essere infatti ridotta il più possibile.
Il coleottero del deserto quindi non vola.
Un ottimo corridore
Volare significa spostarsi, ma anche scappare ai predatori.
E se il coleottero del deserto non vola più, ha dovuto potenziare un’altra strategia di fuga.
Corre velocissimo e infatti è uno degli insetti più veloci al mondo.
È in grado di correre a 5 km/h, ma se rapportiamo questo a un coleottero grande 1 centimetro, ne fa prestazioni eccezionali.
Se avesse le nostre dimensioni, correrebbe a quasi 300 km/h!
Mangia di tutto
Il deserto non è esattamente un posto per fare gli schizzinosi. Il nostro amico coleottero si è così adattato a mangiare di tutto (polifago):
- escrementi
- carcasse di altri invertebrati
- detriti di origine vegetale
È addirittura in grado di resistere 2/3 mesi senza mangiare.
Beve la nebbia!
Trovare l’acqua nel deserto, se non ci sono oasi o piogge, è un bel casino.
Ma l’acqua è sempre presente nell’aria, sotto forma di vapore acqueo.
Soprattutto qui: la corrente del Benguela, una corrente fredda che parte dal Polo Sud e si spinge verso nord lungo le coste della Namibia, porta con sé un bel carico di umidità.
Questa corrente fredda incontra l’aria calda del deserto del Namib, che si affaccia direttamente sull’Oceano Atlantico.
Questo porta alla formazione ogni mattina di una fitta nebbia che si estende nell’entroterra per decine di chilometri, portando con sé il preziosissimo carico di vapore acqueo.
In più la mattina l’aria si sposta dall’oceano, zona fredda in alta pressione, verso l’entroterra, zona più calda in bassa pressione (la terra dissipa il calore accumulato durante il giorno più lentamente rispetto all’acqua).
Quindi questo carico di umidità viene portato verso l’interno.
Le nebbie e il vapore acqueo sono la fonte di vita per il nostro tenebrionide.
Ha infatti le zampe posteriori più lunghe, il che gli fanno avere il corpo inclinato in avanti.
Inoltre le elitre hanno delle speciali scanalature che raccolgono la rugiada che si forma sul carapace dell’insetto e… le gocce gli scivolano direttamente in bocca.
Ed ecco che il coleottero del deserto sopravvive bevendo ogni giorno la rugiada!
Alla base della Piramide Trofica
Ogni ecosistema ha il proprio equilibrio. E il deserto del Namib non fa eccezione.
Ogni animale, ogni pianta, ogni elemento abiotico (non vivente) è in relazione e in equilibrio con gli altri.
In particolare, la Piramide Trofica descrive i flussi di nutrienti e quindi di energia da un organismo all’altro.
Se alla base abbiamo i produttori primari (le piante), subito dopo abbiamo lui, il nostro coleottero, che mangia diversi alimenti e produce così nutrienti, ed è in grado di bere l’acqua della nebbia.
Uno Sciacallo della Gualdrappa o un Falco Giocoliere sarebbero in grado di “bere la nebbia” ? No.
Ma lo fa il coleottero per lui.
Il coleottero viene mangiato dal Ragno Ruota.
Il ragno viene mangiato dal Geco Palmato.
Il geco viene mangiato dalla Vipera Cornuta.
La vipera viene mangiata da un Falco.
L’acqua che fa sopravvivere il falco è stata estratta dalla nebbia dal coleottero del deserto.
Figo eh?
Una giornata all’ombra
Durante la giornata il coleottero riduce al minimo l’attività durante le ore più calde, per evitare un dispendio eccessivo di energie.
Va quindi alla ricerca di ombra, dove può rimanere immobile anche per ore.
Ma bisogna anche cercare cibo, per cui si muove correndo sulla sabbia a velocità pazzesche, oppure cerca fessure nel terreno, preferendo sempre l’ombra di rocce e della vegetazione per sfuggire al sole diretto.
Emerge al tramonto, quando la temperatura è accettabile.
Ma si sa, nel deserto se le giornate sono molto calde, le notti sono altrettanto molto fredde.
Per cui la notte si rifugia nella sabbia calda.
La mattina esce di nuovo per raccogliere sul proprio carapace le goccioline d’acqua e inizia una nuova giornata.
Accoppiamento
Antò … fa caldo!
Le femmine sono ricettive solo la sera.
E se sono ricettive, sono molto ricettive.
Nel senso che possono accoppiarsi anche con più maschi.
E solo l’ultimo è il fortunato che può portare al concepimento, perché gli altri vengono “sovrascritti” dal maschietto successivo.
Si hanno quindi lotte tra i tenebrionidi sia per accaparrarsi la femmina ma anche dopo, per “proteggerla” da altri eventuali accoppiamenti.
Per conquistare la femmina, devono dimostrare di essere perfetti centometristi, rincorrendola veloci lungo le dune.
Se finiscono e lui non ha il fiatone, allora si può fare.