Gli Himba: il popolo rosso nel deserto della Namibia

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Gli Himba sono un popolo semi-nomade, circa 50 mila persone che ad oggi troviamo nel nord-ovest della Namibia nella regione del Kaokoland.
La loro cultura e lo stile di vita sono rimasti per lo più intatti per secoli, resistendo alle influenze del mondo moderno, ma ormai solo più 3 mila di loro seguono ancora la vita pastorale.

Caratteristica degli Himba è il colore della pelle rosso dovuto a una particolare crema che si spalmano ogni giorno, le trecce ai capelli e la rottura dei denti incisivi.

Abbigliamento

L’abbigliamento degli Himba è veramente essenziale: se si vuol mantenere la tradizione, sia uomini che donne indossano solamente un perizoma e delle gonnelle di pelle animale.

Gli uomini dei villaggi sono però ormai vestiti in modo occidentale e solo le donne (a dire il vero spesso per scopi turistici) mantengono l’abbigliamento tradizionale.

Le donne sono a seno scoperto, in quanto solitamente per le popolazioni africane non è una parte del corpo femminile ritenuta sessualmente attraente, come lo sono invece le natiche e l’organo riproduttivo.
Il corpo è adornato da cinghie, bracciali, collane e cavigliere.

Le donne realizzano bellissime collane con conchiglie, per gli Himba preziosissime in quanto provenienti dalla costa, e cavigliere che hanno una linea di metallo per indicare che la donna ha 1 figlio solo, mentre 2 se i figli sono 2 o più.

L'abbigliamento tipico delle donne Himba sposate (Namibia, 2024)

L’arte delle trecce, tra bellezza e simbolismo

Fin da bambine, le donne vengono istruite sulla complessa arte di intrecciare i capelli, creando elaborate acconciature. Non è insolito vedere quindi le Himba intrecciare i capelli di un’altra donna del villaggio.

Ci vogliono fino a 3 giorni per intrecciare i capelli e sistemarli con l’impasto rosso, ma la capigliatura dura altrettanti mesi. Dopo 3 mesi, una donna del villaggio aiuterà nuovamente la fanciulla a intrecciare i capelli.
Un tempo per la parte finale venivano utilizzati i peli dei capi di bestiame, mentre oggi nei villaggi più moderni si utilizzano extension di plastica.

Donna Himba mentre si fa intrecciare i capelli (Namibia, 2024)

Nella cultura Himba  le trecce elaborate delle donne non sono solo un ornamento estetico, ma sono soprattutto un elemento distintivo e ricco di significato.

Sono un’arte che celebra la bellezza femminile in un ambiente difficile, e che racconta la storia, lo stato sociale e la fase di vita di ogni donna: 

  • le bambine si fanno crescere due grandi trecce portate in avanti
  • raggiunta la pubertà, le ragazze creano diverse trecce (che in realtà sono più simili a dei dreadlock ricoperti di argilla, che terminano con una nuvola di capelli sciolti e cotonati), a simboleggiare la loro disponibilità per il matrimonio. Il numero di trecce varia a seconda del clan
  • quando sposate, indossano una sorta di corona di pelle di capra, come due grandi corna, a simboleggiare il loro status di moglie e la fertilità
  • le vedove, infine, hanno una singola treccia , in ricordo del marito
I maschi, invece, tengono solo il ciuffo superiore, rasando i lati della testa, e quando sono sposati coprono il capo con un berretto che possono togliere solamente nella capanna per dormire.
Le due trecce tipiche delle bambine (Namibia, 2024)
Trecce e corona tipiche delle donne Himba sposate (Namibia, 2024)

Le donne rosse

Le donne coprono la pelle con ocra rossa  e grasso animale, che conferisce la tipica colorazione rossastra.

L’ocra utilizzata è ricavata da una miscela di argilla ricca di ferro, da qui il colore rosso, che viene mescolata a del grasso animale, tipicamente di mucca o pecora. Il grasso aiuta a creare una pasta cremosa e malleabile, la fa aderire meglio alla pelle e ne prolunga la durata.

Fin da bambine vengono istruite dalle madri su come preparare e applicare l’ocra rossa al corpo, e più avanzano con l’età più dedicano tempo alla cura della pelle e dell’acconciatura.

Adam, guida di un villaggio, mostra l'ocra rossa che viene utilizzata per la colorazione del corpo e dei capelli (Namibia, 2024)
Donna Himba intenta nella preparazione dell'unguento rosso e dei fumenti (Namibia, 2024)
Ma perché le donne Himba si colorano di rosso?
  • Protezione: la crema rossa protegge la pelle contro il sole cocente del deserto, prevenendo le scottature
  • Cura della pelle: grazie alle proprietà dei minerali contenuti nell’ocra, la pelle si mantiene morbida e sana
  • Bellezza: per il popolo Himba, l’ocra rossa è considerata un simbolo di bellezza e femminilità
  • Status sociale: creare questa pasta rossa richiede tempo e abilità. L’elaborazione dell’acconciatura e l’applicazione del rosso possono richiedere diverse ore al giorno, per cui più una donna ha trecce elaborate e una ricca applicazione di rosso, più è apprezzata all’interno della comunità
Sono curiosa di provare anche io l'ocra rossa delle donne Himba (Namibia, 2024)
Il colore rosso sulla pelle bianca è veramente molto evidente! (Namibia, 2024)

La rottura dei denti incisivi

Gli Himba sono famosi per le loro tradizioni: accanto all’ocra rossa e ai capelli intrecciati, troviamo anche la rottura dei 4 denti incisivi dell’arcata inferiore.
Sia uomini che donne si sottopongono a questa pratica all’età di 17 o 18 anni.

Il capo villaggio rompe con un colpo secco di scalpello il dente: una pratica dolorosissima.

Ma gli Himba ne vanno fieri e mostrano con orgoglio i 4 denti mancanti: soprattutto per gli uomini, che si vestono ormai in modo non tradizionale, è uno dei modi per riconoscersi tra le popolazioni.
I “fratelli” Herero, invece, non praticano questa pratica.

La vita quotidiana degli Himba

Gli Himba vivono in armonia con la natura, rispettando il delicato equilibrio del loro ambiente arido. Praticano il nomadismo stagionale, spostandosi con il bestiame alla ricerca di pascoli e acqua.

La loro struttura sociale è basata sulla famiglia allargata, ed è l’anziano a reggere il comando della famiglia, mentre le donne non hanno voce in capitolo.

Ancora oggi è diffusa la poligamia.

Gli uomini si occupano del bestiame, principale fonte di sostentamento.
Le donne invece restano nel villaggio, come abbiamo visto passano molto tempo a “farsi belle”, intanto accudiscono i bambini e preparano il cibo.

Sia uomini che donne partecipano alla mungitura delle mucche, portano l’acqua al villaggio e costruiscono insieme le case.

Ovviamente non hanno corrente elettrica e nei villaggi più moderni può essere presente un motore diesel che alimenta una pompa per avere acqua fresca a disposizione per uso umano e per il bestiame.

Un singolo villaggio può avere a disposizione una macchina per le emergenze mediche e per gli scambi commerciali.

I villaggi Himba

I villaggi ospitano capanne circolari fatte di fango, rami e sterco. Le capanne sono spoglie, senza mobilio e senza finestre e talvolta l’ingresso è basso, costringendo gli Himba a chinarsi per entrare, in simbolo di umiltà e rispetto.

Di grandissima importanza è il recinto del bestiame, tanto che di fronte si trova il fuoco del villaggio, creando così la “holy line“, ovvero la “linea sacra” che unisce bestiame, fuoco e la capanna principale, quella del capo villaggio.

Cosa mangiano?

La dieta degli Himba è pricipalmente basata sul loro allevamento di bestiame (soprattutto mucche e capre), quindi prevede latte, panna acida, carne e sangue bovino.
In più aggiungono selvaggina, bacche e frutti selvatici durante la stagione secca.

Religione

Gli Himba credono in un solo Dio, Mukuru, creatore del cielo e della terra.
Venerano anche gli spiriti ancestrali e celebrano rituali per propiziarsi la loro benevolenza.

Tra questi rituali ritroviamo anche i sacrifici animali, a cui spesso viene spezzata la trachea utilizzando un grosso bastone appoggiato al collo dell’animale.

Da dove arrivano gli Himba?

Gli Himba affondano le radici nel popolo degli Herero.
Herero significa “migranti”, “esploratori”, “popolo che viene da lontano”.
E infatti hanno girato mezza Africa prima di insediarsi in Namibia.

Questa popolazione sembra infatti arrivare direttamente dal Niger (no, non è la Nigeria, il Niger è il paese a nord della Nigeria).

Hanno attraversato il Sahel, la parte a sud del Sahara, sono arrivati nella Nubia, una regione dell’Egitto meridionale, e da qui i Nubiani li hanno scacciati.

Hanno continuato la loro migrazione verso sud, arrivando in Kenya, dove sono stati ben accolti dai Masai e i Sanburu. Nasce così uno scambio culturale, dove gli Herero hanno acquisito uno stile di vita pastorizio, ma anche l’utilizzo della crema rossa e addirittura la lingua. Ancora, è stato tramandata anche l’arte di intrecciare i capelli e il rito della rottura dei denti incisivi. 

Questa cultura keniota è stata portata fino in Namibia e perdura ancora oggi nei villaggi Himba, mentre è stata abbandonata dagli Herero.

 

Dopo tutte queste migrazioni, si stima che gli Herero si insidiarono nell’attuale Namibia intorno alla metà del 1500.

Una parte di questo popolo è rimasta nella regione del Kaokoland, nel nord della Namibia, mentre alcuni si sono spostati verso il centro del paese.

Il gruppo del nord non ha vita facile: viene depredato di predoni TopnaarNama e, in assoluta povertà, si sposta verso il sud dell’Angola, dove viene ribattezzato dalle popolazioni locali “Himba”, cioè “mendicanti”.

La loro povertà gli ha però permesso di sottrarsi agli scontri con i coloni tedeschi, che invece vedono negli Herero spostatisi verso il centro del paese una risorsa umana da sfruttare.

Ecco quindi che gli Herero diventano forza lavoro per i tedeschi, che li spogliano di qualsiasi caratterizzazione culturale. Le donne vengono vestite, i seni coperti, i capelli pettinati. Vengono imposti abiti lunghi, gonnelloni, uno stile di vita più europeo.

Donne Himba ed Herero convivono nello stesso villaggio (Namibia, 2024)
Donne Himba ed Herero convivono nello stesso villaggio (Namibia, 2024)

Abbiamo così alla fine due popolazioni distinte: gli Himba a nord, ancora legati alla tradizione, alle pratiche considerate primitive, a uno stile di vita semi-nomade, mentre al centro gli Herero, costretti a uno stile di vita più europeo.