Il mito del centauro Chirone e della costellazione del Sagittario
Popolazione: antichi Greci
Un tempo, uomini e creature leggendarie vivevano fianco a fianco sulla terra.
Tra queste creature vi erano i centauri: metà uomini e metà cavalli. La parte superiore, umana, era forte e possente, con muscoli scolpiti dal sole della prateria, mentre la parte inferiore, equina, dava loro velocità e resistenza straordinarie.
La maggior parte dei centauri era selvaggia, amante del vino e delle battaglie, ma uno, Chirone, era diverso.
Chirone era un centauro immortale, perché figlio del titano Crono e della ninfa Filira. Ma più della sua immortalità, ciò che lo rendeva speciale era la sua saggezza: Chirone era infatti un maestro nelle arti della medicina, dell’astronomia e dell’insegnamento, e molti eroi del mito greco si formarono sotto la sua guida.
Un giorno, Ercole, noto per la sua forza e il suo temperamento, visitò un amico centauro.
Durante questa visita, il suo sguardo cadde su una botte di vino. L’eroe pensava che dentro vi fosse del buon vino, ma in realtà vi era custodito un nettare prezioso, un dono degli dei, destinato a essere condiviso solo tra i centauri in occasioni speciali.
E così Ercole decise di assaggiarlo. Ma quando il tappo della botte fu tolto, l’aroma intenso si diffuse per le valli, attirando rapidamente altri centauri.
Si radunarono furiosi, reclamando il loro nettare prezioso. Ne nacque uno scontro feroce.
Ercole, armato del suo arco e delle frecce avvelenate con il sangue dell’Idra, affrontò i centauri. La battaglia si estese fino alla dimora di Chirone, che, udendo il caos, uscì per vedere cosa stesse accadendo.
Il saggio centauro, sempre pacifico, tentò di placare la situazione. Ma proprio in quel momento, una delle frecce di Ercole, scagliata con furia, lo colpì accidentalmente al ginocchio equino e il veleno dell’Idra iniziò subito a diffondersi nel suo corpo.
Essendo immortale, Chirone non poteva morire, ma il dolore era insopportabile e purtroppo non esisteva medicina in grado di guarirlo.
Tormentato dal dolore e incapace di trovare sollievo, Chirone rinunciò alla sua immortalità in cambio della libertà di Prometeo, che Zeus aveva imprigionato per aver donato il fuoco agli uomini.
Il re degli dèi, colpito dal sacrificio di Chirone, decise di onorarlo. Sollevò il suo spirito e lo pose tra le stelle, creando la costellazione che oggi conosciamo come Sagittario.
Da quel giorno, ogni volta che il cielo si oscura, il Sagittario appare, un ricordo luminoso della bontà e del coraggio di Chirone, il centauro più nobile mai vissuto.
Lo sapevi che…
Perché la costellazione si chiama “Sagittario”?
In greco, il termine si riferisce all’arciere, e infatti la costellazione raffigura un centauro armato di arco e freccia.
Sebbene non tutti i centauri siano associati a questa figura, il Sagittario è una rappresentazione simbolica della saggezza e della precisione che Chirone incarnava. Non solo un guerriero, ma un maestro, un guaritore e un simbolo di sacrificio.
E a proposito di guerrieri e costellazioni… Conosci il mito del cacciatore Orione, del terribile Scorpione e delle bellissime Pleiadi?