Namibia low budget – Giorno 1/8

Indice dei contenuti

ATTIVITÀKMNOTTEIMPEGNO FISICO

spostamento
500
tenda

basso

Arrivo in Aeroporto e “commissioni”

Atterro a Windhoek, un aeroportino piccolo piccolo quasi come la mia Caselle.

Il controllo per l’immigrazione è stato velocissimo, complice anche il fatto che non c’era troppa gente.
Ritiro il bagaglio e mi dirigo verso l’uscita, dove trovo pochissimi negozi. Giusto per prendere un caffè (la brodaglia americana, ovviamente) e poi vado a farmi la SIM.

Scelgo MTC, che a quanto dicono è l’operatore con la miglior copertura. Col senno di poi, mi chiedo quale possa essere la copertura degli altri 😅
Con poco più di 10€ ho 18 giga e 2mila minuti per la settimana, non male se comparato ai prezzi della Vodacom sudafricana.
Mi chiedono il passaporto e qualche dato, e mi installano la SIM direttamente loro.

Vado all’ATM a prelevare qualche dollaro namibiano ma… la macchinetta mi restituisce Rand sudafricani 😵‍💫
Sapevo che qui accettano i Rand con rapporto 1:1, ma non pensavo che la cosa fosse così spudorata!

Ritiro della macchina

Mi dirigo verso Budget dove avevo prenotato una piccola utilitaria per il viaggio low-budget, consapevole che non essendo uno di quelli del 4×4 non potrò avventurarmi su strade estremamente “gravel” (sterrate) o desertiche. Ma per questo viaggio l’obiettivo è… contenere il costo!

Racconto che andrò al Parco Etosha e poi giù verso la costa. Decido di fare l’upgrade del noleggio, includendo la polizza assicurativa che, come cosa principale, copre i danni al parabrezza. Cosa che consiglio vivamente, in quanto qui moltissime strade sono “gravel” (terra ma soprattutto tanti sassi) e anche se si incontrano di rado delle macchine capita sovente di sentire qualcosa che parte dalla strada e viene a colpire il parabrezza.

Il secondo upgrade che faccio è per la franchigia in caso di sinistro (con macchine, persone o animali). Nel caso standard la franchigia sarebbe stata di 25k mentre con l’upgrade sarà solo 6k.
Restano scoperti i danni che vengono rilevati SOTTO alla macchina, motivo per cui guiderò sempre con moltissima prudenza nelle strade sterrate.
Purtroppo molte strade, soprattutto nell’Etosha, hanno un sacco di salti, che di per sé non sono molto profondi, ma a lungo andare potrebbero portare (e porteranno) qualche problema da risolvere.

Consiglio

Se si prevede di visitare l’Etosha e altri parchi, sconsiglio di optare per un’utilitaria come ho fatto io, per motivi di budget, ma orientarsi su un 4×4 per guidare con serenità, senza sussultare o cristonare a ogni buca, e poter andare a velocità maggiori dei 25 kmh…

Terminato il controllo della macchina (una Volkswagen Polo bianca) mi dirigo verso l’uscita, ricordandomi che, anche qui, la guida è a sinistra.

Noleggio della tenda

Guido fino a Windhoek, una mezz’oretta di strada in cui troverò il più alto traffico di tutta la settimana. Roba che Torino alle 5 di notte ha più gente per strada.

Qui vado a ritirare la tenda 3 posti e il materassino alla Adventure Camping Hiring, dove mi accolgono i due proprietari, due signori bianchi sulla quarantina che mi danno anche preziose indicazioni sulle strade e sulle tappe del viaggio.

Spesa per i prossimi giorni

Mi dirigo poi al mall dietro l’angolo per fare un po’ di spesa per i prossimi giorni: tanta verdura (bustine di insalata, pomodori, peperoni), mele e arance, pane e biscotti, due preziosissime tanichette di acqua, tonno in scatola e soprattutto qualche vaschetta dal reparto gastronomia.

Consiglio

Il reparto dei piatti pronti è una meravigliosa scoperta del Sudafrica che si ripropone anche qui. Ci sono due vaschette di diverse dimensioni, e diverso prezzo. Tu le riempi con quello che vuoi, dalla macedonia alla gelatina, dall’insalata di tonno a quella di fagioli, dall’insalata pomodoro e feta alla capricciosa, e puoi anche fare il mix, tanto quello che paghi è il contenitore.

Io ad esempio, presa dall’entusiasmo nel vedere tutte quelle vaschette che ti propongono ogni ben di Dio, mi sono fatta una macedonia mista, aggiungendo qualche pezzo di gelatina e un po’ di muesli. Col senno di poi, non lo rifarei più, è venuta una schifezza.

Campeggio alle porte dell’Etosha

E si va, diretta verso l’Etosha Safari Camp, della Gondwana Collection, alle porte (o meglio dire, al gate) del Parco Nazionale dell’Etosha.

Il campeggio è una bella scoperta: a un prezzo assolutamente più abbordabile rispetto a quanto chiesto per dormire nel parco, è letteralmente a meno di 10 minuti di macchina dal gate ed è veramente carino.
Alla reception, di fronte a uno shop caratteristico, ben tenuto e ordinato, mi chiedono 500 Rand (circa 25€) per una notte, che pago con la carta.

Scelgo una piazzola con la colonnina della corrente alla quale posso attaccarmi con la mia prolunga sudafricana, e in meno di 10 minuti monto la tenda.
Decido, per tutto il viaggio, di non piantare i picchetti, perché per una notte sola è più una perdita di tempo che altro.

Il campeggio è super silenzioso, le docce hanno l’acqua bella calda.

Io col mio materassino, il sacco a pelo per temperature rigide e la coperta, nonostante indossassi calzettoni, pantaloni e maglietta termici (super sexy, insomma), mi sveglio alle 4 di notte per il freddo. Purtroppo questa giornata non è stata particolarmente calda, e io sono parecchio freddolosa e patisco subito le basse temperature. Ma avere il caricatore del telefono direttamente in tenda non ha prezzo, e almeno passo il tempo guardandomi un film scaricato precedentemente su Netflix.

Continua il viaggio