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Accarezzare un gufo o un pappagallo, o in genere un qualsiasi piumato, può sembrare un gesto innocuo, ma in realtà può avere conseguenze significative per l’animale.
Vediamo perché non è bene accarezzare i pappagalli, i gufi e gli uccelli in genere.
A proposito…
Si causano stress e paura all’animale
Anche se un uccello sembra calmo durante le carezze, potrebbe provare stress e paura.
Stress e paura in un uccello possono manifestarsi in diversi modi, a volte sottili e facili da sottovalutare.
Questi segnali diventano più evidenti più passa il tempo in cui l’animale viene sottoposto alla situazione stressante che li provoca.
Chiaramente dipendono moltissimo sia dalla specie ma anche dall’indole del singolo individuo.
Ecco alcuni dei segnali più comuni:
- Arruffamento delle piume: l'uccello può sembrare più gonfio del solito, con le piume arruffate e disordinate
- Ali abbassate e vicine al corpo
- Coda tremante in modo continuo o intermittente
- Aumento dell'aggressività: l'uccello può diventare più mordace o attaccare oggetti inanimati
- Diminuzione dell'attività, passando più tempo a riposare e meno a giocare o esplorare l'ambiente
- Cambiamenti nell'appetito, mangiando più o meno del solito
- Autolesionismo: in casi estremi, l'uccello può iniziare a strapparsi le piume o a beccarsi da solo
- Vocalizzazioni eccessive o assenza di vocalizzazioni: l'uccello può urlare in modo continuo o, al contrario, smettere di cantare o cinguettare
Accarezzare i Pappagalli: come riconoscere stress e paura
Nel caso specifico dei pappagalli, i segnali di stress e paura possono presentarsi in modo particolarmente evidente, a causa della loro natura sociale e comunicativa.
Ecco alcuni comportamenti tipici:
- Urla e strilli prolungati: a differenza dei loro canti abituali, gli urli sono spesso un segnale di disagio o paura
- Silenzio prolungato: al contrario, alcuni pappagalli quando sono molto stressati possono invece smettere completamente di vocalizzare
- Dondolamenti: il pappagallo può dondolarsi avanti e indietro, un comportamento che può indicare ansia o anche noia
- Auto-deplumazione: in casi estremi, il pappagallo può iniziare a strapparsi le piume, spesso del petto o delle ali (quelle più facilmente raggiungibili). Alcune specie sono più sensibili e tendono più facilmente all'auto-deplumazione
- Ali spiegate: mantenere le ali aperte per un periodo prolungato può indicare paura o aggressività difensiva
- Perdita di appetito o appetito eccessivo: lo stress può causare una diminuzione dell'appetito oppure, al contrario, alcuni pappagalli possono mangiare in modo eccessivo per alleviare lo stress
- Dilatazione delle pupille: gli occhi possono apparire più grandi e lucidi
- Defecazione frequente o interrotta: alterazioni dell'apparato digerente possono essere un segno di stress
- Respirazione accelerata
- Aggressività: il pappagallo può diventare più aggressivo nei confronti delle persone o di altri animali
Viene alterato il suo comportamento naturale
Accarezzare un uccello può interferire con i suoi comportamenti naturali, portando così a problemi comportamentali a lungo termine.
Il Preening
Un comportamento naturale che può venire alterato è ad esempio la “toelettatura”, detta Preening.
Il Preening è un’attività fondamentale in quanto serve a mantenere le penne in ordine, a distribuire l’olio della ghiandola uropigiale (che approfondiremo in seguito in questo articolo) e a rimuovere parassiti.
Quando un uccello viene accarezzato troppo frequentemente, può trascurare il Preening, portando a un deterioramento del piumaggio e a potenziali problemi di salute.
Interazione sociale
Alcuni uccelli, come generalmente i pappagalli, sono animali sociali e hanno bisogno di interagire.
Le carezze eccessive possono far sì che l’uccello diventi meno interessato all’interazione con altri suoi simili.
Questo può portare a isolamento sociale e a difficoltà nell’apprendere comportamenti sociali appropriati.
Dipendenza dall’uomo
Un eccessivo contatto con l’uomo può far sì che l’uccello diventi eccessivamente dipendente dalla figura umana, rendendo difficile i suoi momenti in solitudine o la sua introduzione e convivenza in un gruppo di uccelli.
Si porta una stimolazione sessuale inappropriata
In alcune specie, come i pappagalli, accarezzare determinate parti del corpo può essere interpretato come una stimolazione sessuale, causando confusione.
Per quanto riguarda ad esempio i pappagalli, le zone generalmente più sicure per accarezzarli sono la testa (evitando gli occhi e il becco) e il collo.
Da evitare assolutamente il petto e la zona cloacale, zone particolarmente sensibili che possono essere interpretate come una stimolazione sessuale.
Vengono danneggiate penne e piume
Le penne sono essenziali per il volo, le piume per l’isolamento termico degli uccelli.
Toccare ripetutamente penne e piume può causare importanti problemi.
Il primo è che si possono danneggiare, rendendo più difficile il volo e aumentando la vulnerabilità a malattie.
Le penne sono infatti essenziali per la sopravvivenza di un uccello. Hanno soprattutto tre funzionalità principali:
- Volo
- Isolamento termico
- Impermeabilizzazione
Ma come si può danneggiare una penna o una piuma?
- Rottura del rachide: il rachide è la parte centrale e più rigida della penna. È come l'asta di una bandiera, su cui si innestano le altre strutture. Toccandolo con forza o piegandolo in modo innaturale (soprattutto quando ad avvicinarsi sono i bambini piccoli che toccano senza dosare le forza e coordinare i movimenti) se ne può causare la rottura
- Danni alle barbe: le barbule sono le piccole ramificazioni che compongono la parte piatta della penna e che partono dal rachide. Accarezzando le penne con le unghie o con oggetti che possono incastrarsi (come anelli) si possono danneggiare o rompere queste delicate strutture
- Perdita delle barbule: le barbule sono ancora più piccole delle barbe e si agganciano tra loro per formare una superficie liscia e aerodinamica. Danneggiare le barbule compromette l'efficienza della penna nel volo
- Indirettamente abbiamo anche l'autolesionismo: lo stress causato da un contatto eccessivo o inappropriato può portare l'uccello a strapparsi le penne in modo compulsivo (auto-deplumazione)
- Eliminazione dell'olio della ghiandola uropigia: questo punto merita un approfondimento a parte...
L’importanza dell’olio della ghiandola uropigia
L’uropigio, o ghiandola dell’uropigio o ancora ghiandola uropigia, è una ghiandola sebacea presente in moltissimi uccelli sopra la coda.
Questa ghiandola secerne un liquido ceroso e oleoso, ricco di lipidi.
Durante il preenening, ovvero l’operazione di “pulizia delle penne”, l’uccello preleva con il becco questo olio e lo distribuisce su tutto il piumaggio.
Questo ha diversi scopi fondamentali:
- Impermeabilizzazione: l'olio crea una sorta di rivestimento protettivo sulle penne, impedendo all'acqua di penetrare e mantenendo l'uccello asciutto, anche in caso di pioggia o bagno
- Flessibilità: l'olio mantiene le penne flessibili e ne previene la rottura, garantendo una maggiore durata nel tempo del piumaggio ("rifarlo" comporta comunque un grande dispendio di energie!)
- Isolamento termico: anche quest'olio contribuisce a mantenere l'isolamento termico del piumaggio, isolando l'uccello dal freddo e dal caldo
- Protezione da agenti esterni e batteri
Toccare ripetutamente un uccello con le mani (quindi soprattutto accarezzandolo con i polpastrelli) può portare via l’olio della ghiandola dell’uropigio da penne e piume.
Questo cosa comporta? Riprendiamo i punti sopra:
- Perdita di impermeabilità: le penne diventano più porose, esponendo l'uccello al rischio di bagnarsi e raffreddarsi
- Danneggiamento: le penne diventano più fragili e si possono rompere più facilmente
- Perdita di isolamento: l'uccello può avere più difficoltà a regolare la propria temperatura corporea, impiegando più energie ad esempio per riscaldarsi (non sto dicendo che l'olio dell'uropigio sia un unguento miracoloso che magicamente porta isolamento termico per cui il nostro canarino sta alla grande a -10 e a 50 gradi, ma tutto fa...)
- Malattie: le penne danneggiate possono essere un punto di ingresso per batteri e parassiti
Quindi… come fare? Una questione di osservazione e rispetto
Sia che tu abbia a che fare con un Pappagallo, con un Rapace o con un qualsiasi altro Uccello, abbi rispetto delle sue necessità e della sua natura.
Osserva il linguaggio del corpo: se l’uccello è rilassato e ti guarda con gli occhi socchiusi, probabilmente è ricettivo alle carezze. Nei pappagalli soprattutto, l’occhio si socchiude e assume la caratteristica forma “a mandorla“.
Se l’animale è ricettivo e pronto alle coccole, sii delicato, accarezzandolo con movimenti lenti.
Ma soprattutto, rispetta i suoi limiti. Se l’uccello, e qualsiasi animale, non sembra apprezzare le carezze, rispetta i suoi desideri e non insistere.