Indice dei contenuti
ATTIVITÀ | KM | NOTTE | IMPEGNO FISICO |
spostamento / città | Non applicabile | camera | basso |
Volo per Johannesburg
Sveglia alle 6, colazione veloce, sistemo le ultime cose in valigia, pulisco alla bell’e meglio la macchina dalla sabbia e mi avvio verso l’aeroporto.
Consegno la macchina a Budget, verificano con somma calma che non ci siano danni nuovi, e vado diretta al check-in del bagaglio di AirLink.
Per fortuna sono arrivata un’ora e mezza prima della partenza del volo: la coda è abbastanza consistente e lo staff è veramente molto lento.
E così passo il tempo in coda e rinuncio al caffè che tanto sognavo da stamattina 😞
Il bagaglio da imbarcare è poco più di 18 chili, per cui passa senza problemi. E non mi dicono nulla nonostante abbia come bagaglio a mano lo zaino, il teleobiettivo e il sacco a pelo. Spero vivamente che anche KLM domani mi faccia passare con tanta facilità…
Consiglio
Se devi fare il check-in per imbarcare un bagaglio e hai paura di superare il peso massimo consentito, recati prima al controllo e pesa la tua valigia su una bilancia di una compagnia aerea dove non c’è ancora nessun impiegato.
Così, se superi il peso limite, avrai tutto il tempo di spostare, eventualmente, delle cose dalla valigia al bagaglio a mano.
Nonostante la lentezza al check-in e all’imbarco, il volo parte e arriva in orario, offrendo un piccolo pasto a bordo. Scelgo con entusiasmo la soluzione vegetariana.
Arrivata a Johannesburg una coda infinita, centinaia di persone al controllo passaporti, lato non sudafricano. Ma per fortuna questa volta la coda scorre più velocemente e in mezz’ora sono a ritirare la valigia.
Chiamo un Bolt e arrivo alla Emerald Guesthouse, dove mi riposo un’oretta chiacchierando con Enrico, un amico guida safari che, per puro caso, sapevo avrei incontrato alla stessa Guesthouse e… anche come vicini di camera.
Il grattacielo Ponte City di Johannesburg
Alle 2 prendo nuovamente un Bolt per andare al grattacielo Ponte City, in un quartiere non bellissimo di Johannesburg, dove ho prenotato una visita guidata per scoprire questa costruzione particolare e affascinante: Ponte è praticamente un tubo che si staglia alto nel cielo di Johannesburg per 185 metri, cavo al suo interno per permettere alla luce naturale di raggiungere il corridoio che collega i vari appartamenti. Praticamente un tubo di carta igienica.
Info
Ponte è nato negli anni ’70 come elegante mega condominio (il più alto di tutta l’Africa, con i suoi 55 piani) per i residenti bianchi, potendone ospitare più di 2mila.
Ma quando, verso la fine degli anni ’80, la caduta dell’Apartheid ha trasformato la città, l’edificio è stato trascinato con sé, trasformandosi in un simbolo della violenza e del degrado di Johannesburg durante la disordinata transizione del Sudafrica verso la democrazia nei successivi anni ’90.
La classe media iniziò quindi ad abbandonare il centro della città per spostarsi verso la periferia: presto il quartiere vide aumentare i livelli di criminalità e Ponte City divenne un simbolo del degrado urbano, centro di attività criminali come spaccio e prostituzione, arrivando ad ospitare più di 8mila abitanti.
Negli anni 2000 è stato avviato un ambizioso progetto di riqualificazione, che ha impiegato diverse forze sia militari che economiche per poter bonificare di sporcizia e criminalità l’edificio.
Ora è praticamente un quartiere a sé stante, con sviluppo verticale, con i suoi negozi, uffici e appartamenti, ospitando ad oggi più di mille residenti.
Il punto di incontro è proprio in un centro doposcuola, dove ho modo di osservare divertita un gruppo di una quarantina di bambini, apparentemente dai 6 ai 12 anni, che fanno un po’ di attività fisica, con gare di abilità e urla di incoraggiamento, ammirandoli saltare come gazzelle una corda tesa.
Uno degli “animatori” ci dice che la nostra guida sarà… non ricordo il nome, una “female lady guide” che sarebbe arrivata da lì a una mezz’ora a causa di un disguido con la prenotazione.
Poco male: l’Africa insegna che non bisogna avere fretta e ad imparare a godere dei momenti.
Arriva una ragazza di colore in vestito verde chiaro, giovane e dalla parlantina abbastanza spigliata, e iniziamo il tour.
Ci porta al 51simo piano ad ammirare la profondità della cavità interna, poi a un bar dal quale fotografare Johannesburg dall’alto sorseggiando una birra.
Scendiamo poi alle fondamenta della torre per goderla in tutta la sua altezza, e intanto ci racconta la storia dell’edificio e dell’apartheid in Johannesburg.
Il tour termina di nuovo al centro doposcuola, salutiamo la “female lady guide” e alcuni di noi si fermano a mangiare il tipico e famoso pap con pollo in uno dei localini interni, per soli 40 Rand.
Rientro alla Guesthouse
Prendo il Bolt e torno alla Guesthouse, dove mi faccio una bella doccia calda e sistemo la valigia per l’ultimo viaggio in aereo di domani.
Cena in Guesthouse, poi la serata passa con Enrico, la sua chitarra e la sua voce un po’ raffreddata ma sempre stupenda, e poi nanna, cercando di recuperare più energie possibili in un letto vero in attesa della prossima notte che passerò sicuramente in bianco in aereo.